Una lanterna nel parco

Trento salvata 2: la palazzina Liberty

[ Il Caffè Savoia, ante 1915, negativo su vetro alla gelatina sali d’argento, cm 13 x 18. AFS, Fondo Miscellaneo 1]

Per chi giungeva a Trento in treno, l’Albergo Diurno, oggi conosciuto quale palazzina Liberty, offriva l’occasione per una prima pausa di ristoro.

I disegni di progetto di Marco Martinuzzi (1920) e firmati dal costruttore Pio Giovannini aiutano a comprendere l’atmosfera e il gusto che connotava questo luogo di loisir. Attraverso un colonnato spalancato sulla via si entrava nella sala da Caffè e da questa si scendeva al parco. A piano interrato si trovavano i bagni pubblici a servizio dei “forestieri” e degli abitanti del centro storico (7 vasche da bagno, 7 gabinetti, 2 docce). La scritta Caffè Savoia, il tricolore, l’intitolazione della via alla regina Margherita (oggi via Alfieri), inneggiavano a quell’Italia anelata dai padri che innalzarono il monumento a Dante.

Devastata dalle bombe del secondo conflitto mondiale, riadattata a funzioni alberghiere e negli anni Sessanta a sede della Società Industriale Trentina, la palazzina, a lungo chiusa e abbandonata, è stata restaurata a cura del Comune di Trento per ospitare la biblioteca dei ragazzi.

L’intervento, individuando soluzioni compatibili e coerenti, risolte con elegante sobrietà, ha regalato alla città un “giardino d’infanzia” dove far germogliare sogni e aspirazioni attraverso le parole e i colori dei libri custoditi in un’architettura ordinata. Lavorando sui margini di libertà offerti dalle trasformazioni postbelliche, il progetto ha restituito all’edificio una doppia altezza interna inondata di luce e una scalinata che segna e protegge l’ingresso del bar aperto sul parco. La palazzina ha oggi una nuova facciata posteriore, di una severa eleganza quasi viennese che si intona a quella storicista d’inizio Novecento, arricchita dagli ornati scultorei in cementino di Remo Stringari.

FC


22/03/2017