Chiesa, Impero e Turcherie

Giuseppe Alberti pittore e architetto nel Trentino barocco

Mostra
[ 1773 ca, Castello del Buonconsiglio]

Trecento anni fa moriva a Cavalese il pittore ed architetto fiemmese Giuseppe Alberti, grande protagonista della stagione barocca trentina. Lavorò infatti nei due maggiori cantieri della Trento di fine Seicento, ovvero nella Cappella del Crocifisso in duomo e nella Giunta Albertiana al Castello del Buonconsiglio.

La ricorrenza del terzo centenario della scomparsa dell’artista è un’occasione irrinunciabile per ricordare il suo lavoro attraverso una rassegna al Castello del Buonconsiglio attraverso la quale ripercorrere i momenti salienti della sua attività che riveste un ruolo di primo piano nel contesto dell’arte locale dell’ultimo quarto del Seicento.

Grazie alle numerose campagne di restauro promosse dalla Soprintendenza per i beni culturali nel corso di un trentennio, gran parte delle opere realizzate da Alberti sia ad affresco che su tela si presentano oggi in ottimo stato di conservazione. L’Alberti lavorò molto anche nel territorio diocesano, nella Chiesa abbaziale di S. Michele all’Adige, dove dipinse le magnifiche semilunette con i padri della Chiesa, nella Chiesa dei Francescani a Cavalese, nella Cappella del Suffragio nell’Arcipretale di Riva del Garda, la Cappella del Rosario nella Parrocchiale di Pressano, ma fu impegnato anche nel vicentino nella decorazione di Palazzo Leoni Montanari.  

Il percorso espositivo, oltre settanta opere tra tele, disegni, incisioni, argenti, alabastri, sculture, intende mettere in luce gli aspetti migliori della produzione albertiana, confrontata con i molteplici modelli stilistici ai quali il pittore fiemmese si accosta nel corso dei suoi soggiorni di studio a Venezia (Pietro e Marco Liberi, Bernardo Strozzi, Francesco Maffei, Giovanni Battista Langetti, Karl Loth, Pietro della Vecchia) e a Roma (Pietro da Cortona).

In mostra sarà ricordata la moda scoppiata in Europa nel Seicento per le cosiddette turcherie che conquistarono la nobiltà occidentale, affascinata dalla cultura esotica e relativamente sconosciuta della Turchia, centro dell'Impero ottomano. L'Occidente dimostrò un crescente interesse per i prodotti e l'arte turca, tra cui la musica, le arti visive, l'architettura e la scultura. Nella rassegna  verranno esposte le formelle originali in maiolica azzurra e colorate, di gusto orientalizzante, che un tempo ricoprivano il pavimento nelle stanze della giunta albertiana. 

Oltre ai molteplici motivi mutuati dalla splendida ceramica ottomana di Iznik, innumerevoli figure di uccelli, paesaggi, architetture,  popolano queste formelle, gli stessi motivi che si ritrovano nelle dimore aristocratiche, alludendo ad un dialogo tra Occidente e Istanbul unite da un filo continuo di commerci, ambascerie, rapporti politici e diplomatici. Nelle diciotto lunette della prima sala della giunta albertiana il pittore fiemmese dipinse a chiaroscuro  mappe con le vedute  delle città riconquistate dall’impero ai Turchi sul finire del Seicento, per la maggior parte sono città ungheresi, tra queste Budapest ma spicca anche Vienna difesa nel 1683 dall’attacco dei Turchi. 


organizzazione: Museo Castello del Buonconsiglio - Monumenti e collezioni provinciali