Collezione Società degli Alpinisti Tridentini - S.A.T.

Il fondo consta di negativi su lastra di vetro che concorrono all'illustrazione delle alte quote trentine; tra gli autori si possono individuare Enrico Unterveger e i fratelli Giuseppe e Carlo Garbari

Nel comune intento di salvaguardare e rendere fruibili i propri materiali, nel 1994 la Società degli Alpinisti Tridentini ha ceduto all'Archivio fotografico storico il suo piccolo ma prezioso fondo di lastre di vario formato (specialmente 30x40 e 18x24): opera di autori tra i quali si possono individuare Enrico Unterveger e i fratelli Giuseppe e Carlo Garbari.
La presenza del fotografo-alpinista Vittorio Sella (1859-1943) nel gruppo dell'Ortles Cevedale, nel 1887, e nelle Dolomiti Tirolesi, nel 1891, certo non era passata inosservata negli ambienti degli appassionati di montagna. Nella prima spedizione furono eseguite 87 lastre, nella seconda 74, tutte del formato 30x40 cm.
Nel 1893 anche Giuseppe Garbari (1863-1937) incominciò a riprendere le più alte cime della regione, dalla Marmolada all'Adamello. E' probabile, visti anche i comuni interessi che Giuseppe col fratello Carlo (1869-1937) abbia guidato il grande fotografo nelle sue spedizioni e presa confidenza con le apparecchiature di grande formato di cui si serviva. Visti poi gli intenti irredentisti della S.A.T., della quale i fratelli erano soci, è ipotizzabile che queste spedizioni facessero parte di un non dichiarato disegno per fornire lo spionaggio italiano di un'ottima documentazione sui confini. Con una macchina simile a quella del Sella, Giuseppe Garbari riprese tra il 1893-1910, parecchie centinaia di vedute d'alta montagna, sia estive che invernali, utilizzando fra i primi il teleobiettivo, ottenendone immagini di qualità eccezionale.
Il fratello Carlo, alpinista rocciatore, con attrezzature più leggere ottenne risultati ancora più spettacolari in quanto i punti di ripresa erano frutto di conquiste alpinistiche vere e proprie.
I due fratelli furono i maggiori fotografi di paesaggio di quel periodo e sicuramente influenzarono l'opera successiva dei fratelli Pedrotti che conoscevano le loro grandi lastre in quanto anch'essi soci della S.A.T.