Archivio Gianni Caproni

La documentazione fotografica di una straordinaria avventura industriale

Fotografo non identificato, Caproni Ca.310 "Libeccio", 1937 ss., negativo su lastra di vetro [ Archivio fotografico storico, Soprintendenza per i beni culturali, Provincia autonoma di Trento]

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Il fondo, acquisito nel 2012, comprende circa 19.500 negativi su vetro, a cui si aggiungono negativi su pellicola, positivi e materiali documentari, per un totale di circa 30.000 pezzi, che testimoniano il contributo di Gianni Caproni (1886-1957) alla storia aeronautica mondiale e le molteplici attività sviluppate dalla sua impresa nell’ambito di un impegno che interessò l’intera prima metà del Novecento in Italia e all’estero.

Notizie biografiche
Giovanni Battista (Gianni) Caproni nasce il 3 luglio 1886 a Massone di Arco in Trentino. Dopo gli studi presso la Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, che in quegli anni riunisce e forma un folto gruppo di giovani talenti destinati ad emergere nel settore del design e delle arti, si iscrive al Politecnico di Monaco di Baviera, dove si laurea in ingegneria civile il 10 agosto 1908. Prosegue gli studi frequentando un corso di elettrotecnica a Liegi, durante il quale si appassiona agli studi aviatori. Si sposta quindi a Parigi alla ricerca di contatti e finanziatori per la costruzione del suo primo aereo.

Rientrato ad Arco nel 1909, produce un prototipo di biplano, in seguito battezzato Ca.1, che vola per la prima volta il 27 maggio 1910, presso la Cascina Malpensa a Somma Lombardo, dove nasce l'azienda Caproni. Alla fine del 1910 l'attività viene trasferita nella vicina Vizzola Ticino, dove Gianni continua alacremente i lavori sperimentando la nuova formula del monoplano. Le gravi difficoltà economiche nel 1913 lo costringono alla vendita delle officine allo Stato. Nel 1915, di contro, l'ingresso in guerra dell'Italia, con il crescente ruolo strategico del mezzo aereo, porta a un significativo rilancio della produzione, con l'ampliamento delle officine di Vizzola e la costruzione di quelle di Taliedo, presso Milano.

Dopo la conclusione della Grande Guerra e la riconversione delle attività per usi civili, con particolare riguardo al trasporto passeggeri, gli anni Venti vedono la ripresa e la ramificazione internazionale dell’azienda, dagli Stati Uniti alla Bulgaria. Negli anni Trenta il “Gruppo Caproni” incorpora marchi prestigiosi come la “Isotta Fraschini”, le “Officine Meccaniche Italiane Reggiane” e i “Cantieri Aeronautici Bergamaschi”, garantendo una produzione di aeroplani enorme e variata grazie al lavoro di decine di migliaia di dipendenti. Alla fine del decennio risalgono inoltre gli importanti investimenti di Caproni a favore della sua terra, che accoglie il grande stabilimento aeronautico di Gardolo di Trento e la sua succursale di Arco, dove negli anni precedenti l’imprenditore aveva aperto una scuola per operai meccanici e un calzaturificio.

In quegli anni Caproni avversa vivamente l'entrata dell’Italia nella Seconda guerra mondiale, che comporterà un importante accrescimento del volume delle commesse, ma anche la distruzione di diversi stabilimenti sotto i bombardamenti alleati. Dopo l’armistizio del 1943 e le requisizioni delle truppe tedesche, nel 1946 Gianni Caproni esce pienamente assolto da una denuncia per collaborazionismo. Il gruppo, però, è ormai destinato a un drastico ridimensionamento; agli ultimi successi, come la moto “Capriolo”, prodotta negli stabilimenti trentini, segue il definitivo ritiro di Caproni, con la cessione dello stesso stabilimento di Trento nel 1955.
Morirà a Roma il 27 ottobre 1957, tre mesi dopo aver ricevuto dal Presidente Dwight D. Eisenhower il riconoscimento della "American Aeronautical Society".

Consistenza e descrizione
Il fondo, trasferito dalla Villa Caproni di Taliedo a Venegono Superiore, dove era conservato quale importante tassello documentario della storia famigliare, è stato acquisito al patrimonio provinciale nel 2012 come significativo completamento della raccolta di aeromobili storici, beni di interesse storico-aeronautico, manifesti, opere d’arte, libri e documenti del Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni di Trento.

Comprende negativi su vetro e su pellicola raffiguranti aeromobili Caproni e singoli componenti, eventi e cerimonie legati all’aeronautica e alle vicende delle industrie Caproni; le lastre fotografiche in particolare sono state quantificate approssimativamente in 19.500 pezzi. Completano l’archivio 49 grandi album contenenti positivi corrispondenti alle lastre, 10 album fotografici di argomento vario (stazione di Venezia, lavori idraulici, ecc.), alcune zincografie e una serie di 121 volumi rilegati in cui è raccolta la puntuale rassegna della stampa italiana ed estera dal 1914 avente per oggetto l’industria aeronautica Caproni, nella quale non di rado si individuano riproduzioni di immagini comprese nel fondo fotografico, che permettono di approfondirne le circostanze esecutive.

Nel suo insieme l’archivio documenta l'eccellenza della produzione aeronautica di Caproni e più in generale la sua articolata epopea imprenditoriale, dal 1910 all’anno della sua morte, evidenziando i risultati raggiunti nello sviluppo di tecnologie pionieristiche e di modelli aeronautici sempre aggiornati e spesso anticipatori, come anche la progressiva espansione delle attività del gruppo aziendale e degli interessi del fondatore.

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