Archivio Studio Bosetti

Un doppio sguardo fotografico sul territorio delle Giudicarie

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Il fondo, acquisito nel 2008, raccoglie circa 294.000 fototipi prodotti tra gli anni Venti e gli anni Novanta del XIX secolo dall’azienda familiare fondata a Ponte Arche da Roberto Bosetti (1904-1964) e rilevata dal figlio Luigi (n. 1943); la produzione documenta organicamente gli ambienti e la vita delle Giudicarie e si arricchisce delle esperienze di Luigi Bosetti nei diversi generi fotografici.

Notizie biografiche
Roberto Bosetti (Dolaso di San Lorenzo in Banale, 1904 – Ponte Arche, 1964) esordì come fotografo autodidatta verso il 1920. Aprì il suo primo piccolo studio fotografico nel 1924 a Ponte Arche, nelle cantine del vecchio Albergo Posta, fulcro di un'attività che si estese sul territorio, percorso a piedi e in bicicletta per documentare la vita sociale, le tradizioni, la cultura materiale e il patrimonio paesaggistico delle Giudicarie, per lo più Esteriori. Soggetti privilegiati della sua opera sono i ritratti, gli avvenimenti familiari di interesse comunitario (come prime comunioni e matrimoni), gli scorci paesani. Il fondo offre quindi una ricca testimonianza di rilevante interesse storico di avvenimenti sociali, gruppi, usi e costumi della zona, benché molte lastre negative siano purtroppo andate perdute nel corso della Seconda guerra mondiale, quando il vetro veniva raccolto e impiegato per finalità pratiche.

L’attività fu poi rilevata dal figlio Luigi Bosetti (Lomaso, 1943), fin da giovane appassionato di fotografia, grazie anche ai contatti con maestri come Maurice Broth, Fred Gressing, Giancarlo Maiocchi, Vincenzo Silvestri, Di Marzo, Davide Camisasca, Nino Mascardi e Arrigo Carloni. Particolarmente attento all'aggiornamento tecnologico, operò nei campi della ritrattistica, dei servizi di cronaca, dell'editoria e della fotografia turistica e commerciale, nonché della documentazione ambientale. Si dedicò inoltre alla fotografia artistica di nudo, praticata già a partire dagli anni Settanta: è del 1977 una innovativa proposta in tal senso per la promozione delle acque termali di Comano. Fu inoltre attivo come reporter di valle per i principali quotidiani trentini. Per 18 anni collaborò con Canale 8 e Telepace in qualità di operatore di ripresa; va considerato un precursore nella produzione di videocassette a tema ambientale dedicate in particolare al parco Adamello Brenta e alle Terme di Comano. Dal 2005 aderisce all’associazione culturale IMA.G.E., nata per volontà di un gruppo di fotoamatori delle Giudicarie Esteriori e del Tennese. Dopo la chiusura dell’attività, nel 2012, resta attivo come fotografo, docente e organizzatore di eventi di promozione della cultura fotografica.

Consistenza e descrizione
Il fondo si compone di un nucleo di 123.870 fototipi a cui si aggiungono altri 170.000 pezzi ceduti gratuitamente senza controvalore economico. L'acquisto, perfezionato nel 2008, ha assicurato alle collezioni pubbliche l’archivio fotografico sedimentato da Roberto e Luigi Bosetti, inclusi 95.560 negativi su pellicola b/n nei formati  6x6, 24x36, 6x9, 13x18; 2.650 negativi su pellicola colore nei formati 6x6 e 13x18; 465 negativi su lastra di vetro nei formati 9x12, 10x15, 6x9; 15.544 diapositive nei formati 6x6, 24x36, 6x7, 6x18, 24x72, 9x12; e 9.651 positivi nei formati 10x15, 30x40,18x24, 13x18.

Le fotografie, databili tra il 1924 circa e il 1990, riguardano quasi esclusivamente la gente, la cronaca, la vita sociale, gli usi e costumi, i paesaggi delle valli Giudicarie in Trentino; parte cospicua dell'archivio è rappresentata dalla fotografia commerciale, soprattutto negli ambiti della ritrattistica e dei servizi per eventi. 

L'interesse di Luigi Bosetti per il genere del nudo, praticato a partire dagli anni Settanta, in forme sperimentali, è attestato da 200 positivi b/n formato 30x40 che si segnalano per l'originalità dell'inquadratura e delle pose delle modelle riprese in vari contesti.

Sono inoltre presenti 289 esemplari di cartoline (con relativi negativi abbinati) raccolte in 3 album recanti il titolo “Panorami del Trentino” e aventi per soggetto alcuni dei più suggestivi paesaggi alpini della provincia di Trento. L’insieme fornisce significativi elementi per una storia delle trasformazioni del territorio, selezionati nella prospettiva dell'industria editoriale e turistica. 

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