Dies est letitie (pia cantio a tre voci; Tr88, 243r)

Il mondo tedesco fin dal medioevo conosce e pratica una serie di facili canzoni d’uso liturgico in latino e in volgare (la più celebre è forse Christ ist erstanden) che il popolo ama cantare nelle celebrazioni. È un fenomeno sconosciuto al mondo italiano, dove il canto liturgico è quasi esclusivamente destinato ai professionisti. Nel codice Tr88 si incontra una di queste piae cantiones: il canto natalizio Dies est leltitiae. La semplice melodia che tutti conoscevano è posta, leggermente variata, nella voce superiore ed è accompagnata da due voci gravi prive di testo. Il semplice canto natalizio è così trasformato in un dotto mottetto a tre voci che i bambini della schola capitolare di Trento potevano cantare nelle celebrazioni liturgiche accompagnati dal maestro (Johannes Wiser) e dal succentor (il giovane aiutante). Ecco il testo integrale del canto, che era conosciuto a memoria e che dunque il manoscritto riporta solo per la porzione della prima strofa:

Dies est laetitiae
in ortu regali:
nam processit hodie
de ventre virginali
Puer admirabilis,
totus delectabilis
in humanitate,
qui inestimabilis
est et ineffabilis
in divinitate.

Orto Dei Filio
Virgine de pura
Ut rosa de lilio
Stupescit natura.
Quem parit iuvencula
natum ante saecula
creatorem rerum,
quod uber mundiciae
dat lac pudicitiae,
antiquo dierum.

Ut vitrum non laeditur,
sole penetrante,
sic illesa creditur
post partum et ante
foelix haec puerpera,
cuius casta viscera
Deum genuerunt,
et beata ubera,
in aetate tenera,
Christum lactaverunt.

Angelus pastoribus,
iuxta suum gregem
nocte vigilantibus
natum coeli regem
nunciat cum gaudio,
iacentem in praesepio
infantem pannosum.
Angelorum Dominum
Et prae natis hominum
Forma speciosum.
È giorno di letizia
per la nascita del re:
oggi è uscito
dal grembo verginale
un bimbo meraviglioso
e tutto delizioso
nella sua umanità,
che è inconoscibile
ed ineffabile
nella sua divinità.

Per quel Figlio di Dio
nato da Vergine pura
come rosa da giglio
stupisce la natura.
Una fanciulla partorisce
colui che è nato prima dei secoli:
il creatore di tutte le cose,
poiché il suo casto seno
gli dà il suo puro latte,
nei giorni antichi.

Come non si rompe il vetro
quando lo attraversa il sole,
così si proclama intatta
prima e dopo il parto
questa puerpera felice,
le cui caste viscere
generarono Dio
e il beato seno
di fanciulla
diede il latte a Cristo.

L’angelo annuncia
con gioia ai pastori,
che vegliavano di notte
facendo la guardia al gregge,
che è nato il re del cielo:
un infante che giace in una
mangiatoia avvolto in fasce.
Egli è il Signore degli angeli
e più di tutti i nati da uomo
di bellezza ineguagliabile.

I canti sono eseguiti dal Gruppo vocale da camera Il Virtuoso Ritrovo di Trento.