Descrizione del Codice: Tr87
    Trento, Museo Provinciale d’Arte, Castello del Buonconsiglio, ms. 1374 (Tr 87)
    
    
    Manoscritto cartaceo, composito, di 265 cc.; cartulazione moderna da 1 a 265 
nell’angolo esterno superiore del recto, parte a matita (cc. 1-68), parte a 
penna (cc. 68-265).
    
    Il codice è formato da 20 fascicoli di provenienza e datazione diverse, 
assemblati probabilmente già negli anni Quaranta del Quattrocento da Johannes 
Lupi.
    
    In base ad elementi codicologici e paleografici si riconoscono all’interno di Tr 
87 tre diverse parti, che qui ricevono descrizioni separate:
    
    Parte I: cc. 1-166 e 197-200 (fascicoli I-XIV più 2 bifogli);
    Parte II: cc. 167-196 e 201-218 (fasc. XV-XVIII, meno i 2 bifogli appartenenti 
alla sezione precedente: si tratta per la maggior parte carte pentagrammate 
prive di notazione).
    Le prime due sezioni sono generalmente indicate dagli studiosi come Tr 871; esse 
sono strettamente correlate con la seconda parte del manoscritto Tr 92 (Tr 922, 
corrispondente alle attuali cc. 144-264). Tr 871 e Tr 922 sono indicati insieme 
convenzionalmente con la sigla TR e studiate come singolo manoscritto (Wright 
1989).
    Parte III: cc. 219-265 (fasc. XIX-XX): denominata “sezione Battre” dal nome 
dell’autore di molte delle composizioni in essa contenute.
    
    LEGATURA: resti di una legatura in piena pelle (?) su assi del sec. XV (?); 
risalgono forse a questa data le assi, le 10 borchie umbonate in ottone (di cui 
5 sul piatto anteriore, 5 su quello posteriore), le 2 contrograffe sul piatto 
anteriore; gli stessi ferri caratterizzano la legatura del ms. Tr 92; taglio 
tinto in giallo; la legatura è stata restaurata nel 1975 dal Laboratorio di 
restauro del libro di S. Maria di Rosano (Firenze); in quest’occasione la pelle 
di copertura è stata completamente sostituita e sono stati asportati 4 frammenti 
pergamenacei di 29/49x98/117 mm, provenienti da messali medievali.
    
    STATO DI CONSERVAZIONE: prima del restauro del 1975-1976, il ms. risultava 
gravemente danneggiato dall’umidità e dall’acidità dell’inchiostro: tutte le 
iniziali grandi erano perforate, nel margine superiore un alone di umidità aveva 
reso fragile la carta, le carte erano molto rifilate in corrispondenza del 
margine esterno e superiore (notizie tratte dalla descrizione fornita dal 
laboratorio che esguì il restauro); attualmente si rileva la presenza di macchie 
(cc. 26v-30r, 38v-42v, 45r-47v) e aloni (Parte II); le cc. 61-72, 143-154 sono 
molto rifilate in corrispondenza del margine superiore; le cc. 282v-255r 
risultano quasi illeggibili a causa dell’inchiostro sbiadito (una conseguenza 
delle operazioni di restauro?).
    
    Tr 87, Parte I (Tr 871, sezione iniziale)
    
    
    1433-1444 ca.
    
    Strasburgo-Basilea (?) oppure Austria (?)
    
    Manoscritto cartaceo di complessive 170 cc.; cartulazione moderna, parte a 
matita, parte a penna, da 1 a 166 e da 197 a 200; queste ultime 4 cc. sono 
attualmente collocate all’interno della Parte II.
    Numerose carte pentagrammate senza notazione, corrispondenti solitamente alle le 
carte iniziali e finali dei fascicoli: cc. 24, 30r, 37r, 43v-45r, 48v-50v, 
59v-60v, 73r, 79r, 85r, 86v-87r, 96v, 106r, 121r, 123, 131v-132v.
    
    FILIGRANE: in questa sezione si rileva la presenza di 5 diverse filigrane 
(figure e datazione da Saunders 1989=S):
    1. monte a tre cime (S1): 1439;
    
    2. monte a tre cime entro un cerchio sormontato da una croce (S2): 1441;
    3. leopardo (S3): 1440-1444;
    4. testa di bue sormontata da una croce (S4-5): 1434-1436;
    5. fiore a 5 petali (S6-7): 1433-1436.
    Le filigrane 1 e 2 si rilevano anche nella Parte II Tr 92.
    
    DIMENSIONI: 285/288x208/214 mm.
    
    FASCICOLAZIONE: 14 fascicoli: 13 senioni e 1 quinione (fasc. XII, cc. 133-141); 
appartengono a questa sezione anche i 2 bifogli corrispondenti alle cc. 197-200, 
che costituiscono attualmente le carte centrali di un ottonione all’interno 
della Parte II.
    Nei fascicoli III-XIII (cc. 25-154) è ancora visibile nell’angolo inferiore 
esterno del recto delle prime 6 carte (5 nel caso del quinione) una segnatura 
antica; non c’è corrispondenza tra la segnatura e l’attuale successione dei 
fascicoli all’interno del ms.: i fascicoli I e II (cc. 1-24) non hanno 
segnatura, il III (cc. 25-36) ha segnatura h, il IV (cc. 37-48) l, il V (cc. 
49-60) a, il VI (cc. 61-72) d, il VII (cc. 73-84) e, l’VIII (cc. 85-96) k, il IX 
(cc. 97-108) i, il X (cc. 109-120) g, l’XI (cc. 121-132) h, il XII (cc. 133-142) 
f, il XIII (cc. 143-154) c.
    
    
    SCRITTURA E MANI: corsiva di base cancelleresca del XV sec., prima metà, in 
inchiostro bruno; le diverse tonalità dell’inchiostro sono dovute in parte anche 
al restauro effettuato nel 1975 (Wright 1989); nel ms. si rintraccia la mano di 
uno scriba principale, responsabile anche della Parte II di Tr 92, e di altre 6 
mani. I 6 copisti secondari sono responsabili di una serie di interventi che 
riguardano la musica o il testo, in alcuni casi entrambi; una discussione 
dettagliata sui copisti secondari si trova in Wright 1989, pp. 19-28.
    
    STRUTTURA DELLA PAGINA: specchio rigato, altezza e numero dei pentagrammi per 
pagina variano notevolmente all’interno del ms. (se non diversamente 
specificato, i pentagrammi si intendono tracciati in inchiostro bruno):
    
    - cc. 1-36, 49-50, 59-96, 121-142: 9 pentagrammi di 13,5/14 mm, specchio 
225x164/171 mm, rigatura a piombo;
    
    - cc. 37-48: 7 pentagrammi di 15,5 mm, rigatura verticale a piombo, specchio 
230x156/158 mm;
    - cc. 51-58: 10 pentagrammi di 13,5 mm, specchio 230x166/170 mm;
    - cc. 97-108: 8 pentagrammi di 17 mm, specchio 223/226x175/180 mm, rigatura 
verticale a piombo;
    
    - cc. 109-120: 8 pentagrammi di 17 mm, specchio 225/227x160/162 mm, rigatura 
verticale a piombo;
    - cc. 143-154: 8 pentagrammi (7 a c. 143r) di 16 mm, specchio 226x165 mm;
    - cc. 155-166: 10 pentagrammi in inchiostro rosso di 13,5 mm; specchio 
230/232x170 mm;
    - cc. 197-200: 8 pentagrammi di 16 mm, specchio 228x160 mm, rigatura verticale a 
piombo.
    In molte carte, il copista della musica ha aggiunto un pentagramma nel margine 
inferiore.
    
    DECORAZIONE: iniziali al tratto sovramodulate, in inchiostro bruno.
    
    NOTAZIONE MUSICALE: mensurale bianca; il color è reso attraverso l’annerimento 
dei valori.
    
    COPISTI: Wright 1982 ha identificato lo scriba principale della Parte I 
nell’organista bolzanino Johannes Lupi, nato nel 1410 ed attivo negli anni 
intorno al 1440 presso la corte imperiale di Graz-Wiener Neustadt al servizio di 
Federico IV d’Asburgo; almeno dal 1447 fino al 1467, anno della morte, egli 
esercitò la professione di organista e musicista a Trento e circondario. Lupi è 
anche lo scriba principale di Tr 922, che presenta strette analogie con
    Tr 871. 
I 6 copisti secondari sono da identificare probabilmente con suoi assistenti o 
allievi (Hamm 1962).
    
    ANNOTAZIONI: in calce a c. 161r: “Puntschucherh”; l’iscrizione, ritenuta per 
molto tempo il nome del copista, è in realtà un’explicit testuale (Flotzinger 
1975) apposto da Lupi (Strohm 1998); l’usanza di concludere il lavoro di 
copiatura con iscrizioni simili a questa era diffusa in area germanica nel XV 
secolo (cfr. Flotzinger 1975).
    
    
    DESCRIZIONE INTERNA:
    la Parte I di Tr 87 riporta 155 composizioni, la maggior parte di carattere 
sacro. Il ms. è stato concepito come miscellanea ed è quindi privo di una 
organizzazione interna definita.
    Lo schema che segue può fornire un’idea del contenuto, descritto in dettaglio 
nel database:
    
    cc. 1r-59r: sezioni di ordinarium missae intercalate da pezzi sacri e profani;
    cc. 61r-72v: sequenze;
    cc. 73v-86r: mottetti e Magnificat;
    cc. 87v-93r: pezzi profani intercalati da alcuni pezzi sacri;
    cc. 93v-131r: sezioni di ordinarium intercalate da pezzi profani;
    cc. 133r-137v: brevi pezzi profani;
    cc. 138r-166v: pezzi sacri e profani;
    [cc. 167-196: Tr 87, Parte II]
    cc. 197r-200v: pezzi sacri e profani.
    [cc. 201-218: Tr 87, Parte II, continuazione]
    
    Tr 87, Parte II (Tr 871, sezione finale)
    
    
    1444-1445
    
    Strasburgo-Basilea (?) oppure Austria (?)
    
    Manoscritto cartaceo di complessive 48 cc., formato per la maggior parte da 
carte pentagrammate ma prive di notazione; cartulazione moderna a penna 
nell’angolo superiore esterno del recto, da 167 a 196 e da 201 a 218, che 
continua quella della sezione precedente. Due interi fascicoli (XVI e XVIII, cc. 
179-190 e 201-218) sono pentagrammati ma privi di notazione.
    
    
    FILIGRANE: si rileva la presenza di un’unica filigrana, rintracciabile anche 
nella Parte II di Tr 92: un monte a tre cime sormontato da una croce (S8-9), 
databile secondo Saunders 1989 al 1444-1445.
    
    DIMENSIONI: 285/288x215 mm.
    
    FASCICOLAZIONE: 4 fascicoli: le carte 167-178, 179-190 e 207-218 (bianche) 
costituiscono attualmente 3 senioni autonomi all’interno del ms., mentre le cc. 
191-196 e 201-206, in origine un senione “bianco”, sono legate con altre 4 carte 
all’interno di un ottonione (cc. 191-206).
    
    
    SCRITTURA E MANI: corsiva di base cancelleresca della metà del XV in inchiostro 
bruno, di unica mano; il copista non è stato identificato, ma Wright 1989 ha 
rintracciato la stessa mano anche nei mss. Tr 88 (cc. 384v-386r) e Tr 89 (cc. 
57v-58v), rilevando che si tratta di un copista esperto, non di uno scolaro.
    
    
    STRUTTURA DELLA PAGINA: è la medesima in tutte le carte della sezione: 9 
pentagrammi di 16 mm, specchio 233/236x168 mm, rigatura verticale a piombo.
    
    DECORAZIONE: le composizioni riportate mancano di iniziali e il ms. risulta 
privo di qualsiasi decorazione.
    
    NOTAZIONE MUSICALE: mensurale bianca; il color è reso attraverso l’annerimento 
dei valori.
    
    COPISTI: lo scriba della Parte II, identificato in un primo tempo in Johannes 
Wiser (Curtis 1981), rimane sconosciuto (Wright 1989).
    
    
    DESCRIZIONE INTERNA:
    il ms. riporta solo un ciclo completo di ordinarium missae (anonimo ma 
attribuito dagli studiosi a Pullois), seguito da numerose carte pentagrammate ma 
prive di notazione (“bianche”):
    
    cc. 167v-174r: un ciclo di ordinarium missae;
    cc. 174v-196v: bianche;
    [cc. 197-200: Tr 87, Parte I]
    cc. 201r-218v: bianche;
    
    Tr 87, Parte III (Tr 872)
    
    
    1434-1437
    
    Belgio, regione di Liegi (?)
    
    Manoscritto cartaceo di complessive 47 cc.; cartulazione moderna a penna 
nell’angolo superiore esterno del recto, che prosegue quella delle due parti 
precedenti, da 219 a 265.
    
    Sono pentagrammate ma prive di notazione le cc. 246v-247r.
    
    FILIGRANE: si rileva la presenza di 3 filigrane, nessuna delle quali trova 
riscontro nel corpus dei mss. trentini quattrocenteschi:
    1. àncora (S10): 1434 ;
    
    2. motivo geometrico che ricorda due falci di luna disposte simmetricamente 
entro un cerchio (S11): 1435-1436;
    3. corno entro un cuore sormontato da un giglio (S12): 1437.
    
    DIMENSIONI: 285/286x210/211 mm.
    
    FASCICOLAZIONE: 2 fascicoli: 1 fascicolo di 24 cc. (cc. 219-242), 1 fascicolo di 
20 cc. con 3 cc. aggiunte dopo la 16a c.; queste ultime, cartulate da 258 a 260, 
sono formate da un bifoglio al quale è incollata lungo il margine esterno una 
carta singola: sulle tre facciate aperte è notato un mottetto di H. Battre in 
onore della città di Ciney (cc. 258v-260r).
    
    
    SCRITTURA E MANI: corsiva di base cancelleresca in inchiostro bruno; la 
scrittura non si rintraccia in nessun altro punto dei mss. trentini: si tratta 
forse della mano del compositore H. Battre (vd. COPISTI).
    
    STRUTTURA DELLA PAGINA:
    - cc. 219-242: 8 pentagrammi di 13 mm, specchio 213/217 (200/204 fino all’ultimo 
pentagramma)x145 mm, rigatura verticale a secco con doppia linea; una riga 
orizzontale in inchiostro bruno è tracciata per tutta la larghezza della pagina 
e definisce il margine inferiore;
    - cc. 243-246, 248r, 249r-256v, 275r, 262-265: 8 pentagrammi di 13,5 mm, 
specchio 212 (200/203 fino all’ultimo pentagramma)x131 mm, rigatura verticale a 
secco, orizzontale in inchiostro bruno per tutta la larghezza della pagina in 
corrispondenza del margine inferiore;
    - cc. 247, 257r-258v: 9 pentagrammi di 13,5/14 mm; rigatura verticale non 
rilevabile; a c. 259v un pentagramma aggiunto nel margine superiore. In numerose 
carte sono stati aggiunti nel margine inferiore pentagrammi tracciati a mano 
libera.
    
    DECORAZIONE: iniziali al tratto sovramodulate, in inchiostro bruno; a c. 263v, 
264r, 264v, 265v le iniziali sono tracciate in inchiostro rosso.
    
    NOTAZIONE MUSICALE: mensurale bianca; il color è reso attraverso l’annerimento 
dei valori; a c. 239v è notata in inchiostro rosso una voce aggiunta.
    
    COPISTI: la Parte III presenta caratteristiche esterne e di contenuto diverse 
dalle due sezioni precedenti ed è stata forse vergata dal compositore al quale 
sono ascritti alcuni brani della sezione, H. Battre, che potrebbe aver copiato i 
fascicoli nella regione a sud-ovest di Liegi.
    
    
    
    DESCRIZIONE INTERNA:
    
    nella “sezione Battre” sono tramandate 39 composizioni sacre (inni, Magnificat, 
sezioni di ordinarium, mottetti, sequenze) delle quali 17 attribuite o 
attribuibili a H. Battre.
    
    Tr 87 è un ms. composito, all’interno del quale è possibile individuare la 
presenza di tre diverse parti. Le Parti I e II (denominate insieme 
convenzionalmente con la sigla Tr 871), presentano datazioni diverse ma medesima 
origine: esse furono probabilmente copiate nella regione di Basilea e Strasburgo 
(Wright 1989 ha smentito la tesi di Adler e Koller che nel 1900 sostennero 
un’origine sicuramente nord-italiana del codice) oppure in Austria (Gozzi 1985, 
Strohm 1998). Nella prima ipotesi Johannes Lupi, copista principale e 
responsabile dell’attuale struttura del codice, potrebbe essere entrato in 
contatto con gli antigrafi durante il Concilio di Basilea (1431-1449), al quale 
si recò forse al seguito dell’imperatore Federico IV d’Asburgo. L’origine 
austriaca sarebbe invece da mettere in relazione con il luogo di attività di 
Lupi prima del suo arrivo a Trento, la corte imperiale di Graz-Wiener Neustadt.
    
    La Parte III (Tr 872), la cosiddetta “sezione Battre”, dal nome del compositore 
al quale è ascritto circa un terzo dei pezzi in essa contenuti, è stata 
esemplata nella regione a sud-ovest di Liegi, come si deduce dai riferimenti 
geografici presenti nei testi di due mottetti celebrativi di Battre, “Chomos 
Condrosi” e “Gaudens exulta tu, Cennacum”, nei quali si citano rispettivamente 
Condroz, una regione del Belgio, e il suo capoluogo, Ciney. Si ipotizza che il 
copista dei due fascicoli sia lo stesso H. Battre. Le filigrane confermano 
l’origine fiamminga dei fascicoli e indicano una datazione intorno al 1435 (Saunders 
1989): la Parte III di Tr 87 formerebbe quindi, con i fascicoli XIII e XIV dello 
stesso ms. e la Parte I di Tr 92 (Tr 921, cc. 1-143), il nucleo più antico del 
    corpus tridentino.
    
    Riguardo al processo che portò all’attuale fisionomia del ms., già Adler e 
Koller avevano notato delle affinità tra la prima parte di Tr 87 e la seconda di
    Tr 92. Secondo gli studi di Wright, Tr 871 e Tr 922 costituivano anticamente un 
unico ms. (che lo studioso ha denominato TR), smembrato da Lupi negli anni 
Quaranta del Quattrocento in due distinti volumi, ai quali Lupi stesso, aggiunse 
negli anni immediatamente successivi fascicoli diversi. Per quanto riguarda Tr 
87, si ipotizza che il codice abbia assunto la struttura attuale verso gli anni 
1444/1445 (Strohm 1998), con l’aggiunta dell’attuale Parte III.
    
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                Le schede sono compilate da Giulia Gabrielli secondo le norme ICCU della "Guida a una descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento"