JOHN DUNSTAPLE, Kyrie a tre voci (Tr87, 126r)
La scrittura dei compositori inglesi nel Quattrocento è meno aspra per un moderno ascoltatore rispetto
al coevo linguaggio musicale dei compositori franco-fiamminghi. Questo Kyrie del caposcuola degli autori
inglesi: John Dunstaple, morto nel 1453, possiede una struttura anomala. Normalmente in quest'epoca le
nove invocazioni del Kyrie eleison (tre "Signore, pietà", tre "Cristo pietà" e nuovamente tre
"Signore, pietà") erano eseguito nelle Messe solenni in alternanza con il gregoriano (KpKgKp CgCpCg
KpKgKp, dove p sta per polifonia, g per gregoriano, K per Kyrie
eleison e C per Christe eleison), ma qui il codice prescrive chiaramente
la triplice ripetizione di ciascuna invocazione attraverso inequivocabili segni di ritornello (nel
cantus accompagnati da tre losanghe nere che imitano la forma delle semibrevi).
L'organico è fatto dalle consuete tre voci: cantus (o superius), contratenor e
tenor. Solo la voce superiore possiede il testo nel codice, mentre le due voci inferiori
devono adattare il breve testo delle invocazioni (che tutti i cantori conoscevano a memoria) alle
loro frasi melodiche.
Nel Quattrocento la voce acuta era spesso affidata ai pueri della scuola. Nelle partiture
più complesse si faceva ricorso ai falsettisti.
L'esecuzione è affidata a Giulia Gabrielli (superius), Marco Gozzi (contratenor) e
Roberto Gianotti (tenor)
I canti sono eseguiti dal Gruppo vocale da camera Il Virtuoso Ritrovo di Trento.
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