Johannes Lupi

Lo studioso inglese Peter Wright ha riconosciuto la scrittura di Johannes Lupi nei due codici trentini più antichi, dimostrando che fu il compilatore e lo scriba principale di Tr 87 e di Tr 92 [PETER WRIGHT, On the Origins of Trent 871 and 922, «Early Music History», VI (1986), pp. 245-270].

Questi sono i dati documentari sinora noti sulla vita del sacerdote bolzanino Johannes Lupi (Wolf):
nasce attorno al 1410
1428 Si iscrive all'Università di Vienna
1431 Federico IV duca d'Austria e conte del Tirolo scrive al vescovo Alessandro di Mazovia per presentare il fedele ‘Johannes Wolff de Bolzano clericum’ per il beneficio di San Giacomo (Bolzano); la raccomandazione ha effetto immediato
1440 è al servizio del re Federico III (il giovane) a Wiener Neustadt o a Graz, forse come copista della Cappella reale
1443, 26 giugno, è nominato negli atti capitolari come organista del Duomo di Trento
1447 è nominato dai canonici (raccomandato dal duca Sigismondo) rettore dell'importante parrocchia di Caldaro; è cappellano del duca d'Austria Sigismondo
1455 fa testamento, forse perché molto malato
1467 muore

Il testamento di Johannes Lupi

Il testamento di Lupi – vergato di suo pugno – è un documento importante, perché ha permesso di confrontare la scrittura con altri codici e di conoscere meglio il contesto e le amicizie del copista e organista del Duomo, ben inserito nella vita musicale cittadina.
Nel testamento Lupi dà una serie di disposizioni circa i suoi benefici, gli affitti e gli affari domestici; lascia inoltre a vari amici, a colleghi e ad istituzioni i suoi soldi, i vestiti, alcuni oggetti preziosi ed anche libri e diversi strumenti musicali.
Gli esecutori testamentari nominati da Lupi sono quattro celebri personaggi del clero trentino: Johannes Sulczpach (decanus et cancellarius gloriosissimi domini mei episcopi Tridenti), Johannes Frewlental, Johannes Zeis e Leonhardus de Tridentum.

A fianco: prima pagina del testamento di Johannes Lupi. Archivio Capitolare di Trento, Capsa dei Testamenti, s.s. (circa 1455).

Gli strumenti elencati nel testamento sono un organo positivo con due mantici (che si trovava presso la chiesa parrocchiale di Caldaro), un organo portativo, uno schaffpret (la versione a penna dello Hackbrett, il salterio tedesco), due clavicordi, due liuti e un clavicembalo.
L'imponente collezione può far ritenere che Lupi fosse un esecutore versatile: abile sia come tastierista che come liutista ed assai interessato alla musica profana. Egli possedeva anche una collezione di sei libri di polifonia che lascia in eredità alla chiesa parrocchiale di S. Maria di Bolzano. L'identità fra questi sex libri e almeno alcuni fascicoli dei codici Tr 87 e Tr 92 è da considerare molto probabile

Schaffpret
È il salterio tedesco a penna, di forma trapezioidale: lo strumento è spesso raffigurato in quadri e affreschi della regione, segno della sua estrema popolarità.

Esempi di schaffpret: