Descrizione del Codice: Tr92
Trento, Museo Provinciale d’Arte, Castello del Buonconsiglio, ms. 1379 (Tr 92)

Manoscritto cartaceo, composito, di complessive 264 cc.; cartulazione moderna a matita da 1 a 264 nell’angolo esterno inferiore del recto, risalente al restauro del 1975-1976; a partire da c. 3 della cartulazione moderna è presente, nell’angolo superiore esterno del recto, una cartulazione antica a penna in cifre romane, da 1 a 143: essa non comprende la c. 1, pergamenacea, anticamente carta di guardia, e c. 2, sulle quali sono vergati due diversi indici del ms. La cartulazione antica prosegue, di mano del XIX sec., in cifre arabiche a penna, da c. 145 a 239; la c. 144 (c. 146 della cartulazione moderna) non è numerata.
Il codice è formato da 22 fascicoli di provenienza e datazione diverse, assemblati probabilmente già negli anni Quaranta del Quattrocento da Johannes Lupi.
In base ad elementi codicologici e paleografici si riconoscono all’interno di Tr 92 tre diverse parti, che ricevono qui descrizioni separate (il riferimento è sempre alla cartulazione moderna):
Parte I: cc. 2-145;
Parte II: cc. 146-241;
Parte III: cc. 242-264: carte pentagrammate prive di notazione.
Le Parti II e III sono generalmente indicate dagli studiosi come Tr 922; esse sono strettamente correlate rispettivamente con le Parti I e II del manoscritto Tr 87 (Tr 871, corrispondente alle attuali cc. 1-218). Tr 871 e Tr 922 sono indicati insieme convenzionalmente con la sigla TR e studiati come singolo manoscritto (Wright 1989).

LEGATURA: resti di una legatura in piena pelle (?) su assi, del sec. XV (?); risalgono forse a questa data le assi, le 9 borchie umbonate in ottone (di cui 5 sul piatto anteriore, 4 su quello posteriore) e le 2 contrograffe sul piatto anteriore; borchie e fermagli della stessa foggia si trovano anche nella legatura del ms. Tr 87; taglio tinto in giallo; la legatura è stata restaurata nel 1975-1976 dal Laboratorio di restauro del libro di S. Maria di Rosano (Firenze); in questa occasione la pelle di copertura, “deteriorata e rifatta recentemente”, secondo la relazione del restauro, è stata completamente sostituita.

ANNOTAZIONI: a c. 2, indice originale delle composizioni della Parte I, ordinate alfabeticamente per lettera iniziale dell’incipit testuale; all’interno di ogni gruppo le composizioni sono elencate nell’ordine in cui compaiono nel ms.; le omissioni e discrepanze nella successione riflettono le aggiunte successive allo stato originale. L’indice non è completo: mancano infatti le lettere T, V, X. A c. 1, pergamenacea, è presente un altro indice, più recente, che include una copia dell’indice di c. 2 ma elenca anche composizioni della Parte II.

STATO DI CONSERVAZIONE: prima del restauro del 1975-1976 il ms. risultava gravemente danneggiato dall’umidità e dall’acidità dell’inchiostro: tutte le “iniziali grandi in inchiostro bruno” erano perforate, si rintracciavano “vasti aloni di umidità, molte macchie color ruggine e da usura, carta fragile e feltrosa, inchiostro acido, molti rattoppi, imbrachettature e rimarginature rozze e mal fatte”; inoltre, molte carte mancavano degli angoli e i margini erano molto lacerati (notizie tratte dalla descrizione fornita dal laboratorio che eseguì il restauro); attualmente nella Parte II si rileva la presenza di macchie color ruggine (ipotesi sulla natura delle macchie, dovute in parte anche al restauro, in Wright 1989).

Tr 92, Parte I (Tr 921)

1430-1440 ca.
Strasburgo-Basilea (?)

Manoscritto cartaceo di complessive 144 carte; sono presenti due cartulazioni: una moderna a matita in cifre arabiche nell’angolo inferiore esterno, da 2 a 145, risalente al restauro effettuato nel 1975-1976, l’altra antica (secondo Strohm 1998 di mano di Lupi), in cifre romane a penna in inchiostro bruno, da 1 a 143 nell’angolo superiore esterno; la cartulazione antica non comprende le prime 2 cc. del ms.
Sono pentagrammate e senza notazione le cc.13v, 18v-19r, 33v-34r, 48r, 51v-52r, 55r, 75v-76r, 77v-79r, 86v-87v, 96r, 111v, 114v-115r, 116v-117r, 132v-133r, corrispondenti spesso alle carte iniziali e finali dei fascicoli.

FILIGRANE: in questa sezione si rileva la presenza di 4 diverse filigrane (riferimenti alle figure e datazione da Saunders 1989=S); nessuna di esse si rintraccia negli altri mss. trentini: ciò conferma l’ipotesi avanzata da Ward 1975 di un’origine autonoma e diversa di Tr 921 che, riguardo alle filigrane e al repertorio, mostra invece affinità con il codice quattrocentesco conservato ad Aosta, Biblioteca del Seminario maggiore, ms. A1 D19, Codex 15 (Bukofzer 1958, Cobin 1974 cit. in Ward 1975):
1. grappolo d’uva (S13-14): 1435-1437;
2. corno (S14a): 1429;
3. testa di bue sormontata da una stella (S15): 1431-1436;
4. due chiavi disposte a croce (S16): 1435.

DIMENSIONI: 282/283x207/209 mm.

FASCICOLAZIONE: 12 fascicoli: 10 senioni, 1 settenione (fasc. III, cc. 26-39), 1 quinione (fasc. X, cc. 112-123).

SCRITTURA E MANI: scrittura corsiva di base cancelleresca del XV sec., prima metà, in inchiostro bruno di varie sfumature; i nomi degli autori e alcune rubriche sono vergati in inchiostro rosso. Ward 1975 rintraccia la mano di uno scriba principale, responsabile della strato originario del ms., di alcune aggiunte successive e forse dell’indice a c. 2, e di almeno 5 copisti secondari, intervenuti in un secondo tempo su carte lasciate vuote dal responsabile principale del codice. L’elenco delle composizioni vergate dai copisti secondari si trova in Ward 1975, pp. 128-129.

STRUTTURA DELLA PAGINA: si rilevano generalmente 10 pentagrammi di altezza variabile (14/17 mm), all’interno della stessa pagina; specchio rigato 229x139/140 mm, rigatura verticale a piombo, tranne i fasc. II, III, XI che hanno rigatura in inchiostro bruno; a differenza degli altri mss. trentini, lo specchio è delimitato in corrispondenza del margine inferiore da una linea tracciata a distanza di 6/9 mm dall’ultimo pentagramma; i fasc. I e VIII (cc. 2-13, 88-100) riportano 9 pentagrammi in inchiostro bruno di 17/17,5 mm, specchio 227/230x139/143 mm, rigatura verticale a piombo. Le cc. 27 e 38 presentano una struttura anomala, caratterizzata da 8/10 pentagrammi di altezza variabile (16/20 mm), rigatura a penna, doppia in corrispondenza del margine esterno a c. 38v.

DECORAZIONE: nelle composizioni vergate dal copista principale si rintracciano iniziali semplici sovramodulate colorate in inchiostro rosso e blu. Nelle composizioni aggiunte successivamente sia dal copista principale, sia dai copisti secondari, si rilevano iniziali sovramodulate al tratto in inchiostro bruno.

NOTAZIONE MUSICALE: mensurale bianca; il color è reso generalmente attraverso l’uso dell’inchiostro rosso; nelle composizioni aggiunte in un secondo tempo si utilizza spesso l’annerimento dei valori.

ANNOTAZIONI: in calce a c. 39v, nota in lingua tedesca di mano del copista principale del ms.: “hat die glesen”; sull’ultima carta del ms. (c. 145v), in corrispondenza del margine inferiore, note mss. di due diverse mani, vergate in senso contrario a quello della scrittura della pagina; le note si articolano approssimativamente su due colonne; a sinistra: “Famulorum tuorum quesumus / delictis igno / Adadiuvandum me fes”; a destra, di altra mano: “Famulorum tuo[rum] quesumus delictis / ignosce ut qui tibi placere / Domi[n]e Adadiuvandum me fe”; sopra l’ultima annotazione, a destra, profilo maschile tracciato a penna.

DESCRIZIONE INTERNA:
il ms. è nato probabilmente come serie di fascicoli “semi-indipendenti” (Ward 1975), ognuno dei quali presenta, dal punto di vista del contenuto, una specifica organizzazione interna. In un secondo tempo il copista principale, affiancato dai copisti secondari, ha aggiunto sui fogli bianchi gruppi di composizioni correlate con il contenuto di ciascun fascicolo, ma non comprese nel progetto originario. In base al contenuto Ward 1975 identifica tre macrosezioni: la prima, comprendente i fasc. I-VII, riporta cicli di ordinarium sistematicamente preceduti da un introito (i fasc. V-VI riportano invece una messa plenaria); la seconda (fasc. VIII-XI) contiene sezioni indipendenti di proprium, ordinarium e mottetti; la terza (fasc. XII), costituisce una raccolta di mottetti di compositori inglesi.
Nella descrizione che segue si è mantenuta la suddivisione in fascicoli; in parentesi tonde sono indicati i brani aggiunti in un secondo tempo (i riferimenti sono sempre alla cartulazione moderna):

1. cc.2-13 (fasc. I): 1 ciclo di ordinarium preceduto da un introito (Gloria, Magnificat);
2. cc. 14-25 (fasc. II): 1 ciclo di ordinarium preceduto da un introito (2 Magnificat, mottetto, inno sequenza);
3. cc. 26-39 (fasc. III): 1 ciclo di ordinarium preceduto da un introito (inni, mottetti, 1 sequenza);
4. cc. 40-51 (fasc. IV): 2 cicli di ordinarium preceduti da 2 introiti;
5. cc. 52-75 (fasc. V-VI): 1 messa plenaria di Liebert (inni, sezioni di ordinarium, sequenze);
6. cc. 76-87 (fasc. VII): 1 ciclo di ordinarium preceduto da un introito (2 Gloria, 1 inno);
7. cc. 88-99 (fasc. VIII): sezioni di ordinarium (inni, antifone);
8. cc. 100-111 (fasc. IX): sezioni di ordinarium, sequenze, mottetti;
9. cc. 112-123 (fasc. X): sezioni di ordinarium,1 inno, 1 antifona (rondeaux, chanson);
10. cc. 124-133 (fasc. XI): sezioni di ordinarium (inni, antifone);
11. cc. 134-145 (fasc. XII): mottetti (1 introito, inni, antifone).

Tr 92, Parte II (Tr 922, sezione iniziale)

1439-1442 ca.
Strasburgo-Basilea (?) oppure Austria (?)

Manoscritto cartaceo di 96 cc.; sono presenti due cartulazioni: una moderna a matita in cifre arabiche nell’angolo inferiore esterno, da 146 a 241, risalente al restauro effettuato nel 1975-1976; l’altra del XIX sec. in cifre arabiche a penna nell’angolo esterno superiore, da c. 145 a 239, riprende la cartulazione antica della Parte I, saltando però la c. 146 della cartulazione moderna.
Sono pentagrammate e senza notazione le cc. 155r, 158r, 161r, 163r, 166r, 193v-194r, 236r-238r.

FILIGRANE: in questa sezione si rileva la presenza di 2 filigrane (figure e datazione da Saunders 1989=S), che si rintracciano anche nella Parte I Tr 87:
1. monte a tre cime (S1): 1439;
2. monte a tre cime entro un cerchio sormontato da una croce (S2): 1441-1442.

DIMENSIONI: 283/284x208/210 mm.

FASCICOLAZIONE: 8 senioni. Nei fascicoli II-VIII (cc. 158-241) è ancora visibile, al centro del margine inferiore del recto della carta iniziale, una segnatura antica in numeri arabici, da 2 a 8.; il primo fascicolo non ha segnatura.

SCRITTURA E MANI: scrittura corsiva di base cancelleresca del XV sec., prima metà, in inchiostro bruno; le diverse tonalità dell’inchiostro sono dovute in parte anche al restauro effettuato nel 1975-1976 (Wright 1989); nel ms. si rintraccia la mano di uno scriba principale, responsabile anche della Parte I di Tr 87, e di altre 3 mani; una discussione dettagliata sui copisti secondari si trova in Wright 1989, pp. 19-28.

STRUTTURA DELLA PAGINA: si rintracciano 2 diverse strutture:
- fasc. I, III, VI-VIII: 9 pentagrammi in inchiostro bruno di 13,5/14 mm, specchio 224/225x169/174 mm, rigatura a piombo (?);
- fasc. II, IV, V: 7 pentagrammi di 15,5 mm, rigatura verticale a piombo, specchio 200/203x156 mm.

DECORAZIONE: iniziali al tratto sovramodulate in inchiostro bruno.

NOTAZIONE MUSICALE: mensurale bianca; il color è reso attraverso l’annerimento dei valori.

COPISTI: Wright 1982 ha identificato lo scriba principale della Parte II nell’organista bolzanino Johannes Lupi, nato nel 1410 ed attivo negli anni intorno al 1440 presso la corte imperiale di Graz-Wiener Neustadt al servizio di Federico IV d’Asburgo; almeno dal 1447 fino al 1467, anno della morte, egli esercitò la professione di organista e musicista a Trento e circondario. Lupi è anche lo scriba principale di Tr 871, che presenta strette analogie con Tr 922. I tre copisti secondari sono da identificare probabilmente con suoi assistenti o allievi (Hamm 1962).

DESCRIZIONE INTERNA:
la Parte II di Tr 92 riporta 76 composizioni, la maggior parte di carattere sacro. Il ms. è stato concepito come miscellanea ed è quindi privo di una organizzazione interna definita.
Lo schema che segue può fornire un’idea del contenuto, descritto in dettaglio nel database:

1. cc. 146-169 (fasc. I-II): sezioni di ordinarium: Kyie, Gloria e Credo;
2. cc. 170-193 (fasc. III-IV): antifone, introiti, mottetti, rondeaux;
3. cc. 194-229 (fasc. V-VII): sezioni di ordinarium, mottetti, pezzi profani;
4. cc. 230-241 (fasc. VIII): antifone e inni.

Tr 92, Parte III (Tr 922, sezione finale)

1444-1445 ca.
Strasburgo-Basilea (?) oppure Austria (?)

Manoscritto cartaceo di 33 carte; cartulazione modera a matita in cifre arabiche nell’angolo inferiore esterno, da 242 a 264, risalente al restauro effettuato nel 1975-1976. Le carte sono pentagrammate ma totalmente prive di notazione.

FILIGRANE: si rileva la presenza di un’unica filigrana, rintracciabile anche nella Parte II di Tr 87: un monte a tre cime sormontato da una croce (S8-9), databile secondo Saunders 1989 al 1444-1445.

DIMENSIONI: 283/284x208/210 mm.

FASCICOLAZIONE: 2 senioni, il secondo mancante di una carta.

STRUTTURA DELLA PAGINA: è la medesima in tutte le carte della sezione: 9 pentagrammi di 16 mm, specchio 233/236x168 mm, rigatura verticale a piombo.

Tr92 è un ms. composito, all’interno del quale è possibile individuare la presenza di tre diverse parti. La Parte I fu probabilmente copiata nella regione di Basilea e Strasburgo e riporta repertorio in uso in cappelle connesse con il Concilio di Basilea (1431-1449) e con la corte dell’antipapa Felice V, al secolo Amedeo VIII duca di Savoia. L’ipotesi si basa sulla presenza di sette composizioni, aggiunte al ms. in un secondo tempo, di Nicholas de Merques, chierico di Arras e membro della cappella del Concilio di Basilea.
Le Parti II e III (denominate insieme convenzionalmente con la sigla Tr 922), presentano datazioni diverse ma medesima origine. La Parte II fu probabilmente copiata nella regione di Basilea e Strasburgo (Wright 1989 ha smentito la tesi di Adler e Koller che nel 1900 sostennero un’origine sicuramente nord-italiana del codice) oppure in Austria (Gozzi 1985, Strohm 1998). Nella prima ipotesi Johannes Lupi, copista principale e responsabile dell’attuale struttura del codice, potrebbe essere entrato in contatto con gli antigrafi durante il Concilio di Basilea (1431-1449), al quale si recò forse al seguito dell’imperatore Federico IV d’Asburgo. L’origine austriaca sarebbe invece da mettere in relazione con il luogo di attività di Lupi prima del suo arrivo a Trento, la corte imperiale di Graz-Wiener Neustadt.
Riguardo al processo che portò all’attuale struttura del ms., già Adler e Koller avevano notato delle affinità tra la prima parte di Tr 87 e la seconda di Tr 92. Secondo gli studi di Wright, Tr 871 e Tr 922 costituivano anticamente un unico ms. (che lo studioso ha denominato TR), smembrato da Lupi negli anni Quaranta del Quattrocento in due distinti volumi, ai quali Lupi stesso aggiunse negli anni immediatamente successivi fascicoli diversi. Per quanto riguarda Tr 92, si ipotizza che il codice abbia assunto la struttura attuale verso gli anni 1444/1445 (Strohm 1998), con l’aggiunta dei due fascicoli della Parte III, che rimasero però bianchi.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

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Le schede sono compilate da Giulia Gabrielli secondo le norme ICCU della "Guida a una descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento"